martedì 22 gennaio 2013

SARA' QUEL CHE SARA'

Sarà perchè le nostre carceri sono piene e che, quindi, si fa di tutto affinchè queste non si riempiano ulteriormente, sarà anche perchè tutti i "vip" o i "potenti" in genere, visto l'andazzo, pensano che, nonostante i reati, in Italia non si vada mai dentro... sarà quel che sarà, ma, con storie diverse, ne Corona e nemmeno Cosentino vogliono adempiere alle legittime richieste dei Tribunali.
L'ormai ex deputato del Pdl, su cui pendono due ordini di custodia cautelare respinti dal Parlamento, è stato protagonista della giornata politica di ieri, in quanto ha fatto di tutto per essere nuovamente candidato ma, stavolta, anche il Pdl ha escluso gli "impresentabili" dalle prossime elezioni politiche e, nonostante Cosentino abbia provato a portarsi via le liste della Campania (!!), questi non è stato inserito nell'elenco dei prossimi possibili parlamentari. Una selezione, comunque, molto parziale che lascia, infatti, tra i "presentabili" uomini come Verdini ( "O coordinatore"  ) e lo stesso Berlusconi che di presentabile hanno ben poco. Comunque sia, avete notato che, da un pò di tempo a questa parte, i partiti fanno molta attenzione (almeno mediaticamente) alle "liste pulite" ? evidentemente si comincia a vedere qualche risultato, seppur parziale, del quotidiano lavoro culturale fatto dal moVimento.
Fabrizio Corona, invece, sarebbe già all'estero. Corona è un criminale, non lo ha mai negato e nemmeno nascosto e, quindi, una volta condannato, non si candida (!!) ma si da alla macchia.
Raccomando alle nostre Istituzioni ed agli organi preposti di non mettere nella stessa cella, una volta arrestati entrambi, l'ex onorevole e l'ex fotografo.... potrebbero fondare un partito di grande successo nei prossimi anni magari, chissà, con Cuffaro premier.

Sarà quel che sarà si ! ma è un Paese, il nostro, dove veramente non si capisce come possa andare a finire e da che parte si continua ad andare.
Il mio comico vivente preferito, Corrado Guzzanti, era stato denunciato, per la performance televisiva di Padre Pizzarro. A denunciarlo l'Associazione dei telespettatori cattolici (!!!!!) che, però, davanti a 54.000 firme raccolte in favore del comico, ha ritirato la denuncia.
Per chiudere il post volevo riportarvi, integralmente, la lettera aperta che il comico ha scritto per ringraziare chi lo ha sostenuto. Non vi metto il link ma, stavolta, vi faccio un "copia - incolla" perchè è una lettera da leggere (immaginando la voce e le espressioni di chi l'ha scritta) tutta d'un fiato anche se io mi sono interrotto diverse volte per asciugarmi le lacrime...
“Un enorme grazie agli amici di Articolo21 e di Change.org, per aver promosso la petizione in mia difesa e a tutti quelli che l’hanno diffusa e firmata. Con l’occasione ringrazio anche molti giornalisti che hanno preso le mie parti scrivendo della querelle tragicomica di Padre Pizzarro. Ciò detto è probabile che abbiamo sopravvalutato tutti le minacce dell’Aiart, associazione che pretende di rappresentare i telespettatori cattolici, di cui né io, né voi, né i telespettatori cattolici avevamo mai sentito parlare. Vorrei innanzitutto precisare, anche se è stato già fatto altrove, che La7 non stava mandando in onda un mio nuovo programma, ma la ripresa televisiva di uno spettacolo teatrale del 2010, già replicato su Sky decine di volte, e anche in chiaro sul canale del digitale terrestre “Cielo”, pubblicato in DVD, presente da tempo su youtube etc. L’Aiart poteva legittimamente non esserne a conoscenza, o essere stato appena fondato e voler recuperare il tempo perduto, ma non lo era neanche del fatto che i reati di opinione, insieme al vilipendio ecc. sono stati fortemente ridimensionati nel nostro ordinamento. Gli attuali limiti della satira, si parli di politica o di religione, si riducono sostanzialmente alla calunnia o all’insulto personale, per i quali la legge, come è noto, prevede il diritto di querela. Dunque paradossalmente avrei più speranze io di sfidare l’Aiart in tribunale per le parole offensive che mi rivolge nei suoi comunicati, senonché l’ultimo di ieri, in cui si dice soddisfatta delle mie scuse, estorte per gioco in una gag de “Le Iene”, mi ha riempito il cuore di tenerezza. In merito all’offesa confesso di non capire esattamente cosa sia il “sentimento religioso” perché sfortunatamente non ne sono dotato. Ho sempre pensato che essere intimamente credenti non possa essere troppo diverso dall’essere intimamente liberali, o socialisti, o vegani. Si tratta di amare e riconoscersi in delle idee, in una visione della società e del mondo, e le idee non sono sacre e intoccabili solo perché noi crediamo così fortemente in esse; vivono nel dibattito pubblico, confrontandosi e dovendo convivere con idee diverse e a volte opposte. Spero di non offendere nessuno se affermo che l’esistenza di un creatore, l’inferno, il paradiso, l’immortalità dell’anima, il giorno del giudizio ecc. siano, fino a spettacolare prova contraria, soltanto delle idee, delle opinioni che si è liberissimi di sostenere purché non si tenti di imporle agli altri come un tabù inviolabile. Che il sentimento religioso non possa reclamare una superiore legittimità, perché supportato, mi dicono, da pervasiva e speciale intuizione, appare evidente dal fatto che le credenze religiose sono tante, più di quelle da cucina dell’Ikea, e producono purtroppo affermazioni contrastanti. Un buddista e un cattolico, egualmente persuasi della loro fede, saranno certi di saperla molto lunga sull’origine e il senso dell’uomo e dell’universo, ma almeno uno di loro, al momento del trapasso, avrà una sorpresa. Ciò dovrebbe suggerire che convinzione “sentimentale” profonda e verità siano sostanzialmente due
cose diverse. Si obietterà, magari stavolta tra i denti, che l’unica fede valida sia la nostra (e raramente qualcuno insorge perché sia stata offeso il sentimento religioso di qualcun altro), eppure non tutti i credenti si offendono, alcuni addirittura ridono, e spero che L’Aiart non pensi che a persone di questo genere siano capitati in sorte una fede o un sentimento di serie B. Mi conforta che questa associazione limiti la sua vigilanza ai nostri canali generalisti; al confronto di ciò che osa la satira in Inghilterra, in Francia o negli Stati Uniti, il mio Padre Pizzarro fa la figura del tenero Giacomo della Settimana Enigmistica. Ma il nostro è un paese “laico e democratico” dove un presidente del consiglio che nessuno di noi ha eletto, come primo atto ufficiale va a porgere i suoi omaggi al Papa. E il motivo per cui io e i miei colleghi scriviamo e recitiamo cose come “Padre Pizzarro” è che l’Italia sembra spesso uno stato teocratico “di fatto”. Solo pochi anni fa un ministro dell’istruzione avanzava, con un certo successo, la proposta di abolire Darwin dall’insegnamento scolastico per rispetto ai creazionisti, che ancora ci devono spiegare (come diceva un noto comico americano) perché Dio prima di creare l’essere a sua immagine e somiglianza si sia gingillato per milioni di anni coi dinosauri. Dunque non mi stupisce troppo che una minoranza di ferventi religiosi, invece di limitarsi a cambiare canale, si senta in diritto di chiedere una punizione legale, e questo rende, e temo renderà ancora, iniziative come la vostra necessarie a difendere e ribadire civilmente la libertà di tutti. In molti anni di televisione non credo di essermi guadagnato la fama del provocatore seriale, a caccia di polemiche per ottenere attenzioni e notorietà, né quella di un comico particolarmente violento o volgare. Ho sempre fatto il mio lavoro seguendo il mio “sentimento satirico”, parlando di tutto e di tutti nel modo più libero che mi è stato e che mi sono concesso. So inoltre cosa significhi sentirsi indignati. Le affermazioni fatte da esponenti di quel mondo, o da politici che, più o meno sinceramente, parlano e decidono in sua difesa, delle nostre scelte in materia di sessualità, diritti, vita e morte, mi hanno offeso numerose volte e continuano ad offendere il mio sentimento laico. Per questo ogni tanto Padre Pizzarro parla ed altri oltre a lui e dopo di lui parlano e parleranno. Grazie ancora a tutti. Vi abbraccio”. 
Corrado Guzzanti 20 gennaio 2013

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