sabato 25 luglio 2009

SILVIO


Pensavo e speravo di trovare un po di refrigerio rispetto al caldo umido insopportabile di Palermo ma posso dire che sto soffrendo il gran caldo più nella collina nissena, in questi due giorni di permanenza, che nel palermitano. La sofferenza viene comunque mitigata dalla presenza dei tanti cari amici che rivedo, ogni volta, sempre con grande piacere ed allegria: dalla "maniata di cascini", alla "bombolara" (con le sue amiche molto fotogeniche:), per non parlare dei fedelissimi "di Carmelo" finendo con l'architetto "sposino" che avrò il piacere di vedere stasera.

Mentre gli italiani cominciano i loro esodi (presunti come tutte le notizie ormai !), l'Italia brucia. Come ogni anno, in questo periodo, chilometri e chilometri di verde del nostro paese (e non solo) vengono inghiottiti dalle fiamme; fiamme dolose, ci dicono sempre, fiamme volute dalle organizzazioni criminali per i propri interessi, fiamme che arrivano puntuali, ogni anno, e che nessuno di preoccupa di prevenire in qualche modo. Quando l'ossigeno finirà sarà troppo tardi.
Volevo segnalarvi una di quelle storie che, se per caso per qualche istante ci si dovesse sentire orgogliosi, ti fanno tornare subito alla realtà ed all'ovvia vergogna personale di essere italiano. Mentre il parlamento ed i palazzi istituzionali sono pieni di corruttori, corrotti e pregiudicati vari, un barbone romano è finito in carcere per avere rubato, tre anni fa, un filone di pane e un altro genere alimentare in un supermercato. La giustizia italiana si è ricordata di lui al punto tale da prelevarlo dall'ospedale, dove era ricoverato, per fargli scontare la sua pena: tre mesi in cella. La vergognosa vicenda è stata denunciata dal Garante dei detenuti del Lazio, Angiolo Marroni, secondo cui la storia di Silvio (giusto giusto il pover'uomo di chiama così) è l'emblema dell'attuale confusione che regna nel sistema della sicurezza italiano, che pensa di punire ogni tipo di condotta difforme dalla legge con la reclusione, con conseguenze drammatiche in termini di sovraffollamento e di recupero sociale dei reclusi. Una funzione, quella del recupero, garantita dalla Costituzione ma ormai praticamente abbandonata nelle carceri, perennemente alle prese con l'emergenza sovraffollamento.
Pensare al sovraffollamento carcerario con le temperature di questi giorni è paradossalmente...... agghiacciante. E' agghiacciante che chi ha rubato un filone di pane per non morire di fame sia rinchiuso in una cella puzzolente e piena di tanta altra gente e chi ha falsificato bilanci e corrotto giudici (mi fermo qui solo per non fare un post di sette pagine) sia lo "stimato" presidente della nostra italia.

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