sabato 31 ottobre 2009

OMERTA' DI STATO

Cucchi era il cognome di un centrocampista dell'Inter degli ottanta-novanta prematuramente scomparso, è il cognome di un noto radiocronista di "Tutto il calcio" e, la parola in se, viene utilizzata, con verbo all'infinito, per indicare la conquista di qualcuno/a o il cercare di portare sfiga ad una squadra di calcio poco amata........ cuccare appunto ! dall'altro ieri questo vocabolo, specie tra uomini in divisa della nostra "bella" Italia, potrà essere utilizzato anche per indicare qualcuno da pestare a sangue per passatempo, per noia o per frustrazione con la consapevolezza di finire impuniti o quasi. Speravo davvero di non dover più commentare fatti di questo tipo; speravo, ma sinceramente non ci credevo, di non dover più assistere ad omicidi di persone innocenti da parte di uomini che rappresentano lo Stato e la Legalità. Scorrendo i tg di questi giorni con le solite variopinte interviste si cerca di far venire fuori un'immagine del ragazzo ucciso per forza positiva e buona nonostante questi fosse stato fermato in possesso di sostante stupefacenti; si racconta la storia, si spiegano i problemi, si giustifica tutto o quasi; come se fosse importante o determinante che chi è stato crudelmente ammazzato debba essere stato necessariamente "un buono". In questo modo si svia l'attenzione dal vero problema. Nemmeno il peggiore ed efferato criminale può subire violenze fisiche e psicologiche negli istituti penitenziari o nelle caserme o nelle questure. La legge italiana non prevede pene diverse oltre alla detenzione. Uno spacciatore, buono o cattivo, non può essere ammazzato in carcere: questo è un omicidio bello e buono. Chi, come La Russa, di affretta a difendere l'operato dei carabinieri, fornisce un'immagine di viltà e di "fascismo latente" ormai dilagante in Italia. A chi si ostina a parlare di "mele marce" beh.... stavolta la goccia ha fatto traboccare il vaso: queste porcherie da parte di chi indossa una divisa sono diventate quasi una consuetudine. Agli assassini di Federico Aldrovandi hanno dato una condanna di tre anni e sei mesi per omicidio colposo: quattro bestie in divisa contro un ragazzo ammanettato.......... omicidio colposo, una vergogna immane. Individuare i responsabili, nel caso di Cucchi, sarà molto più difficile: il vile cameratismo che lega i "colleghi in divisa" è diffuso e radicato; non esistono più le coscienze personali ma vige ed ha la meglio qualcosa che somiglia molto all'omertà "mafiosa" della nostra Sicilia. Un innocente è stato ucciso in modo barbaro, efferato e disumano: gli uomini in divisa che ancora si identificano nella democrazia aiutino i magistrati, spero ce ne siano ancora.

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