mercoledì 23 maggio 2012

RICORDO

Ricordo che ero contento perché, grazie a mani pulite, ci stavamo liberando di tutta la feccia che invadeva la politica di allora.
Ricordo che ero un diciannovenne, quasi diplomato e col terrore del prossimo servizio militare, ma avevo cominciato ad avere le mie prime passioni politiche attraverso il Movimento per la Democrazia La Rete di Leoluca Orlando.
Ricordo che stimavo ed ammiravo molto il neo sindaco di Palermo che, pero’, mi faceva incazzare quando criticava il lavoro di Giovanni Falcone. Ricordo che erano tante le speranze di fine secolo per un cambiamento, in Sicilia ed in Italia, di cui si sentiva un grande bisogno.
Ricordo che mi piacevano Di Pietro, Falcone e Borsellino e che, invece, non mi piacevano per niente Andreotti, Craxi e Toto’ Riina.
Ricordo la mia profonda stima nei confronti di uomini che, dimostrando un coraggio smisurato, sfidavano la mafia ed il malaffare pur sapendo di rischiare la pelle.
Ricordo che ero fiero del mio codino e già pensavo a cosa mi sarei dovuto inventare con mio padre per mettere anche l’orecchino.
Ricordo la speranza, la gioia e le aspettative per il futuro che sono insite in un quasi ventenne.
Ricordo quel 23 Maggio; una bella giornata di sole, un sabato di fine anno scolastico con, all’orizzonte, gli esami di maturità. Ricordo il viso triste di mia madre che, mentre studiavo in camera mia, venne a dirmi che avevano ammazzato Falcone. Ricordo la mia sensazione di smarrimento, di confusione, di sconforto e di profonda tristezza per un assassinio che mi risultò, fin da subito, opera di vigliacchi.
Ricordo i telegiornali, le edizioni straordinarie e le tante tante parole spese da intellettuali, giornalisti … opinionisti
Ricordo le tante facce di parlamentari, ministri e segretari di partito apparentamente affranti per l’accaduto. Ricordo che, negli anni a venire e fino ai giorni nostri, molti altri magistrati hanno lavorato e scoperto roba scottante sulle stragi del 23 Maggio e del 19 Luglio 1992. Ricordo che è ormai certo che i due magistrati (con le loro eroiche scorte) sono stati ammazzati non solo dalla mafia ma anche da importanti pezzi dello Stato. 
Ricordo le stragi, le ricordo oggi e le ricordero’ sempre. Ricordo che le commemorazioni in pompa magna non servono a niente se, già da domani, ognuno di noi tornerà ad essere un mafioso nel suo piccolo  o un piccolo mafioso.

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