SCIACALLI

In uno dei pochissimi voti a scrutinio segreto il Governo perde sull'emendamento che sopprime un articolo del decreto "sicurezza" (virgolette dovute) e nonostante molti deputati dell'idv si siano astenuti. L'articolo era quello che prolungava fino a 6 mesi la permanenza nei "cpt-lager" degli immigrati ed il fatto che buona parte del partito di Di Pietro non abbia votato contro, mi fa riflettere...... negativamente.
Mentre accade tutto ciò e scopriamo quindi, con sorpresa, che anche nel suo partito il "nanopremier" sta sulle palle a qualcuno, l'Italia vive un dramma assoluto negli occhi e nei cuori del popolo abruzzese. Una tragedia annunciata (non è un modo di dire stavolta), figlia degli imbrogli delle "microtangentopoli" e della nostra bieca mentalità "filo-arabo-provinciale".
Una zona, quella colpita dal sisma, ad alto rischio ma con costruzioni di "cartapesta".
279 morti, decine di migliaia di feriti e di persone senza più una casa......... da un giorno all'altro. Mi sono fortemente commosso vedendo le immagini che, nude e crude, ci sono arrivate in casa in questi giorni. Mi sono commosso, ma mi sono anche incazzato assistendo allo scempio dello sciacallaggio fatto sulla pelle della gente inerme. Questa è una strage ! in paesi ad alto rischio sismico come Giappone o California questo terremoto avrebbe prodotto "zero vittime" per parafrasare quell'idiota dell'allenatore dell'inter. Chi oggi commenta e pone rimedi immediati per quanto accaduto (che sia Governo o "opposizione") è responsabile di questo scempio: anni ed anni di politica truffaldina e complice, che non ha controllato e non ha fatto applicare norme che esistono ma che si eludono, appunto, attraverso la "politica delle tangenti".
Dal "nanopremier" i giù dovrebbero solo provare vergogna ed avere innumerevoli rimorsi, invece siamo costretti ad assistere, giornalmente, alle schifezze più assurde ...... persino alla Carfagna tra i bambini del terremoto. Politica ed informazione "sguazzano" nella tragedia della povera gente: sono sciacalli da equiparare a coloro che rubano tra le rovine delle case.