martedì 10 giugno 2008

ATTENZIONE !!


A Milano, in questi giorni, è stato scoperto qualcosa di veramente agghiacciante e che mostra un lato dell' essere umano che sembra uscire da un film di Stanley Kubrick, un misto di cattiveria pura e cinismo inverosimile (ma ahimè reale) che nessuno, anche il peggior denigratore della Sanità italiana, poteva immaginare. Ovviamente sto parlando dei fatti scoperti, grazie alle intercettazioni telefoniche, alla clinica S.Rita di Milano.

Visto che ancora la legge proposta dal quel pazzo di Berlusconi è, allo stato, solo una proposta di legge, vi invito a leggere qualche stralcio delle intercettazioni relative al caso di Milano:
- Merlano: «Cioè tu pescavi dall'Oltre Po pavese?».
- Brega Massone: «Ma io pescavo dappertutto, da Lodi, dove tiravo fuori le mammelle, poi ho cominciato a pescare anche i polmoni... dall'Oltre Po pavese, da Pavia, da Milano ormai perchè comunque tutti i miei ex pazienti in istituto mi seguono e ancora adesso.... Oggi ne sono venuti tre a Pavia di pazienti che venivano lì a far le visite, continuano a telefonarmi e mi dicono anche a pagamento noi veniamo da lei..... Quindi voglio dire, cioè, io avevo ormai un giro che mi ero creato con il mio modo di fare.... Essere disponibile a qualsiasi ora... ancora adesso pensa che questi ultimi 15 giorni avrò fatto 35-40 visite gratis....».
- Merlano: «Sì, sì».
- Brega Massone: «Di gente che mi chiama, viene, mi porta le lastre. Stasera è venuta la mamma di quella paziente down, poverina, voglio dire cioè qui il problema è che loro non si rendono conto che comunque trovare un paziente che abbia.... Ma tu ricordati Volpato.... il quale era un professore universitario... Quanti cazzi di interventi faceva? Quattro al mese... Si ciucciava tutto lui, si faceva venire quei quattro sfigati, con la storia che era dell'università, gratis, che lo portavano in macchina avanti e indietro e si beccava lui alla fine il Drg e faceva sei-sette massimo... Gli ho visto fare sette pazienti ma neanche tutti polmoni... Sette, non so se tu prendi 800 euro per polmone, sette per otto fa 5.600 euro....».
- Merlano: «Uhm».
- Brega Massone: «No? Con cosa ci paghi? Con 5.000 euro lordi che sono già 4.000 e di quei 4.000 netti cosa ne prendi, due tu e uno gli altri due? Ma gli altri due per uno ci sputano in faccia.... Ciò non vengono a fare il giro o stanno lo lì, capito?».
- Merlano: «Certo».
- Brega Massone: «Ma sì, cioè i numeri sono questi! Cioè o tu fai 15 polmoni, o altrimenti non puoi pagare una equipe.... E per fare 15 polmoni... auguri... e no, dico, poi se sei fortunato che in un mese ti arrivano quattro politraumi e non so dieci fratture costali, ma cosa fai ti metti ad operare dieci fratture costali perchè non hai pazienti?».
- Merlano: «Uhm».
- Brega Massone: «Poi fra un arriva la Asl, che già è saltata addosso a me per delle cazzate, immagina se tu gli operi delle fratture costali che sono un Drg medico... cioè capisci?».

Diverse sono le intercettazioni telefoniche contenute nella indagine sulla clinica milanese Santa Rita nelle quali Pier Paolo Brega Massone, uno degli arrestati, con l'accusa di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà, discute su quanto possano rendere determinate operazioni chirurgiche In una di queste telefonate, Brega Massone, a colloquio con un certo Aldo, afferma, riferendosi ad una paziente: «Cioè nel senso... ha solo magari un drenaggio..., se fai lo svuotamento.... Voglio dire... dal punto di vista della cosa... per esempio... la mammella è una di quelle cose che... non rende moltissimo a livello del Drg.... Però sono tutti...., però insomma, dipende.... Se ha i linfonodi positivi sono anche... voglio dire 5.000 mila euro di Drg...».

La mercificazione della salute della gente e del popolo....... abominevole, semplicemente abominevole.

Anche per questo caso come tanti, tantissimi altri sono stati smascherati grazie all'utilizzo delle intercettazioni telefoniche e quindi bisogna ostacolare il Governo contro questa Legge Vergognosa che vuole abolire le intercettazioni telefoniche per tutti i reati tranne che per le sole mafia, terrorismo e camorra. Bisogna ostacolare un provvedimento che porterebbe l'Italia più in fondo di quanto già non sia.

A Berlusconi, ovviamente, interessa escludere dalla possibilità di intercettazioni i reati finanziari a lui (ma non solo) tanto utili per allargare ulteriormente il suo infinitesimale patrimonio e aumentare ancora di più il proprio potere. Senza le intercettazioni telefoniche potrebbe veramente accadere di tutto e mai nessuno ne verrebbe al corrente.

I reati di omicidio, sequestro di persona, molestie e violenze sessuali, truffa, rapina, estorsioni non necessariamente collegati con mafia, camorra e terrorismo non potranno essere sottoposti ad intercettazione telefonica. La Legge sarebbe ulteriormente e maggiormente infranta e l'organo della Magistratura sarebbe privato di un'arma fondamentale.

ATTENZIONE !! credo che la "Casta" stia andando "oltre". Mi appello agli italiani onesti che ricoprono ruoli di STATO nel nostro paese; mi appello alle forze dell'ordine, alla Magistratura ed agli alti organi della Magistratura. La classe politica italiana sta cercando di instaurare un vero regime autoritario, ormai è fin troppo evidente !

10 commenti:

Anonimo ha detto...

http://www.beppegrillo.it/

"La superficie delle cose"

"Prove tecniche di fascismo"

Giusto per alimentare una polemica precedente, Angiolè sei o non sei un Grillo-dipendente???

Pur non condividendo minimamente la scandalosa proposta di legge sulle intercettazioni telefoniche,resto dell'idea che una disciplina più rigorosa sulle intercettazioni telefoniche sia NECESSARIA. Il clima generalizzato di follia riguarda tutti/e non solo, come li chiamate voi, testa di asfalto e topogigio, ma anche inutili populisti alimentatori di paure, magistrati star e sbirri fascisti.

Sull'argomento delle intercettazioni voglio solo qui richiamare l'articolo 27.II della nostra costituzione:
"L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE FINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA", principio che l'attuale normativa sulle intercettazioni non riesce a garantire.
Quindi smettiamola di fare processi di piazza o, meglio, di blog (ripeto, non fraitendetemi, non sto prendendo le difese di Mastella o berlusconi sto semplicemente prendendo le difese di uno STATO DI DIRITTO).

A cosa ci ha portato l'inutile populismo? Voglio solo fare un esempio (che non c'entra un cazzo con le intercettazioni ma che faccio lo stesso perchè per ora sono troppo incazzato):
Rileggiete il post "Confini sconsacrati" del luminare Grillo (lo trovato cercando nel suo magnifico blog) e poi ripensate al consenso elettorale che la Lega ha ricevuto proprio grazie al clima di terrore che si è venuto a creare contro i rom ( alla cui creazione Grillo, non lo si può negare, ha contribuito non poco)

La famosa "pentola a pressione" è dunque scoppiata a poco meno di un anno da quel felice post del signor G. Riporto qui la recente cronaca di quello che sta succedendo anche dalle tue parti Angiolè:

VERSO LA PULIZIA ETNICA ANCHE IN SICILIA ?

Di Fulvio Vassallo Paleologo – Università di Palermo

Lombardia, Lazio e Campania sono state le prime regioni nelle quali il nuovo
Governo ha affrontato la “questione nomadi”. Secondo il ministro
dell'interno, Roberto Maroni. «è iniziata l'azione di identificazione di chi
vive nei campi abusivi e abbiamo un programma di azioni che in pochi mesi
porterà alla soluzione della questione: chi ha diritto di stare vivrà in
condizioni umane, chi non ha diritto sarà rispedito a casa». La pratica
delle “identificazioni” perpetrate all’alba da un nugolo di poliziotti
armati che non rispettano neppure i diritti dei minori, rischia di
accrescere la clandestinizzazione di quei rom che, seppure privi del
permesso di soggiorno erano impegnati in faticosi percorsi di inserimento
sociale, avevano figli nati in Italia, svolgevano comunque una attività
lavorativa lecita e garantivano la frequenza dei minori a scuola.

Le associazioni impegnate nella difesa dei diritti dei rom peraltro
disponevano già di un censimento della maggior parte dei campi, effettuato
per fornire garanzie ad una minoranza sempre a rischio di esclusione e di
discriminazione, e non per preparare espulsioni di massa. Il vero scopo del
censimento voluto dal ministro dell’interno è quello di terrorizzare i rom
privi di permesso di soggiorno e costringerli alla fuga, in modo da
agevolare la chiusura o il ridimensionamento dei campi, anche di quelli
regolari.

Nel corso di una visita a Venezia in cui ha incontrato il prefetto della
città, Maroni ha detto di avere "intenzione di chiudere i campi nomadi
abusivi"."Questo è quello che stiamo facendo a Milano, a Roma e a Napoli. Su
tutto ciò che è abusivo e illegale si deve intervenire”. A Roma, dove
continuano gli sgomberi avviati negli anni scorsi da Rutelli e da Veltroni,
adesso anche in danno dei campi abitati da rom cittadini italiani, le
attività di censimento producono deportazioni violente dal chiaro sapore
simbolico, anche là dove era in corso una trattativa con le isitituzioni,
come nel recente caso del campo ubicato a Foro Boario. Secondo il prefetto
di Roma «Il nostro obiettivo è quello di monitorare e censire i campi, dando
la precedenza quelli non autorizzati. Il censimento riguarderà l'intera area
regionale: mi incontrerò con i prefetti del altre province per
coinvolgerli». Certo, perché ad ogni operazione di rimozione di un campo,
senza che le istituzioni garantiscano una qualsiasi soluzione alloggiativa
il problema si sposta e si aggrava a pochi chilometri di distanza. Ad ogni
“censimento”, da Milano a Roma, seguono arresti e trasferimenti coattivi con
l’obiettivo di terrorizzare i rom e indurli ad abbandonare i territori
urbani. Ed i risultati di questo clima di terrore, che alimenta anche la
mano degli incendiari, si vedono. A quanto risulta molti rom hanno deciso di
lasciare l’Italia per trasferirsi in Francia, in Belgio, in Germania, dove
in fuga dal pogrom italiano hanno trovato immediata accoglienza presso le
loro comunità, già bene inserite in quei paesi. Chi richiama
pretestuosamente le legislazioni di altri paesi per giustificare l’imbarbarimento
della legislazione italiana sull’immigrazione tace che negli stessi paesi un
numero di rom ben superiore a quelli presenti in Italia ha trovato
accoglienza ed integrazione.Ovunque in Italia si fomenta impunemente l'odio
razziale e, dopo episodi di cronaca che rimangono ancora assai incerti, si
criminalizzano etnie in quanto tali, applicando la legge del taglione ed il
principio della responsabilità collettiva. A Ponticelli, vicino Napoli,
nessuno ha impedito attacchi incendiari ai campi dei rom, che sono stati
scacciati con le spranghe e con le bottiglie incendiarie, mentre a Mestre si
giunge ad impedire all’amministrazione comunale l’avvio dei lavori di
sistemazione di un campo per rom cittadini italiani e si tollera che un
manipolo di razzisti militanti della Lega, coperti dall’attuale ministro
dell’interno, blocchi decisioni democraticamente e legittimamente assunte
dalle istituzioni locali.

La situazione dei rom e dei sinti in Italia è ormai fuori controllo. Le
operazioni di sgombero procedono inesorabili e non si fermano neanche di
fronte alla richiesta delle famiglie rom di aspettare il ritorno dei bambini
da scuola, come è successo a Roma. Le “identificazioni” procedono anche con
il rilievo forzato di dati biometrici e con schedature collettive anche in
danno dei rom cittadini italiani, con una evidente lesione del principio di
parità di trattamento.
Associazioni umanitarie internazionali e importanti rappresentanti del
Parlamento Europeo ribadiscono come non sia accettabile che gli interventi
di sgombero delle “forze dell’ordine” nei campi rom siano effettuati senza
alcun preavviso e soprattutto senza alcuna proposta di sistemazione
alternativa. Gli sgomberi dei campo “nomadi” in corso in queste settimane
in Italia si stanno svolgendo in violazione del Patto Internazionale sui
Diritti Economici, Sociali e Culturali, ratificato dall'Italia con la Legge
881 del 25/10/ 1977, che sancisce il divieto di sgomberi senza alternative
di alloggio. Tutte le convenzioni internazionali a protezione dei minori
vengono sistematicamente violate proprio da quelle stesse autorità che poi
individuano nella persecuzione dell’accattonaggio l’unica forma di tutela
dei bambini rom.In Sicilia la situazione dei rom non è meno grave che in
altre parti d’Italia, anche se si tratta di poche centinaia di persone, in
maggior parte donne, bambini, profughi di guerra per i quali non sarebbe
difficile trovare una sistemazione dignitosa. Nella provincia di Trapani
diversi rom provenienti dal Kosovo, per quanto titolari di permessi per
protezione internazionale, vivono in case fatiscenti in una situazione di
totale abbandono.A Messina nel campo ubicato alla periferia nord della città
sono rimaste solo alcune famiglie. Il campo di Agrigento ubicato sopra una
discarica è stato completamente distrutto da anni ma la conseguente
clandestinizzazione dei rom ha prodotto soltanto una recrudescenza di
microcriminalità. A Catania si è verificato uno “sgombero fantasma” con la
intimazione da parte di “falsi”agenti di polizia ad abbandonare un campo
temporaneo abitato da Rom rumeni, prontamente seguito, da un rogo che ha
distrutto completamente l’insediamento. Subito dopo i fatti, il Prefetto di
Catania ha negato che vi fosse stata una intimazione ufficiale ad
abbandonare il campo, ed anzi che vi fosse stata una vera e propria
operazione di sgombero da parte della polizia, sostenendo che i rom si
sarebbero allontanati volontariamente. Di certo non appena usciti dal campo
i rom, mani anonime hanno appiccato il fuoco a tutto quello che restava nell’area
appena abbandonata, senza che nessuno intervenisse. Una vicenda sulla quale
la stampa e la magistratura devono fare ancora chiarezza.

In qualche caso si è giunti all’espulsione ed al trattenimento di rom già
titolari del permesso di soggiorno per motivi umanitari, che non avevano
potuto rinnovare tempestivamente il loro titolo di soggiorno. Anche perché ò
consuetudine della Questura di Palermo, in caso di rinnovo, trattenere per
mesi i permessi di soggiorno già pronti e consegnarli agli interessati solo
in prossimità della loro scadenza. A Palermo si rincorrono da tempo gli
allarmi che, tra breve tempo, si procederà allo sgombero del campo della
Favorita, in via del Fante. Risulta che già da settimane agenti di polizia e
carabinieri (veri) minacciano i rom affermando che per lo sgombero del campo
è solo una questione di tempo, con il risultato che alcune famiglie
montenegrine, terrorizzate da questi “avvertimenti”, e dagli ostacoli
frapposti dalla locale questura al rilascio dei permessi di soggiorno per
motivi di salute, o al rinnovo dei permessi per motivi umanitari, hanno
abbandonato il campo, probabilmente dirette all’estero.

Eppure il campo Rom della Favorita di Palermo non si può definire un campo
“abusivo”, essendo stato “creato” dal Comune nel 1994, ed essendo stato lo
stesso Comune a trasferirvi allora i rom già presenti i città, precisamente
allo ZEN ( Zona espansione Nord) ed in via Messina Marine. Da quella data il
campo ha una sua storia, di impegni mancati, una storia documentata da
provvedimenti amministrativi, come l’Ordinanza del Municipio di Palermo n.
573 del 12 febbraio 1999, tra le altre, con la quale si stabiliva in
premessa di “ assicurare la vivibilità delle aree assegnate alla popolazione
nomade, in particolar modo sotto il profilo igienico sanitario” e si
impartivano disposizioni al Direttore dell’Azienda del gas, al Direttore
dell’Azienda dell’acqua (AMAP), al Direttore dell’azienda per la rimozione
dei rifiuti (AMIA) di adottare interventi per garantire acqua, luce e
servizio rimozione rifiuti agli abitanti del campo. La stessa ordinanza
intimava al Direttore generale dell’azienda trasporti urbani “ di mettere a
disposizione del competente ufficio Igiene Pubblica dell’ASL 6 un
mini/autobus per il trasporto delle persone presso centri opportunamente
individuati dagli operatori sanitari”.

Da allora ad oggi il campo della Favorita ha vissuto una situazione di
progressivo degrado, con l’abbandono quasi totale da parte dell’amministrazione
comunale, che, salvo saltuari interventi di derattizzazione, in qualche caso
con conseguenti morti sospette, si è limitata a garantire negli anni la
fornitura di acqua e luce ad una parte del campo. E nella stagione estiva
gli autisti delle autobotti svuotavano solo a metà il loro carico che poi
andavano a vendere ai privati per le loro ville. Numerosi bambini rom sono
stati morsi dai topi, in un caso con esito letale, e non si contano le
malattie e le morti sospette. A otto mesi di distanza dal decesso non sono
stati ancora consegnati i risultati dell’autopsia disposta dalla
magistratura sul corpo di Vera Selimovic, una rom montenegrina morta lo
scorso anno dopo una derattizzazione del campo, per cause ancora non
chiare, malgrado tre giorni di vani tentativi di cura da parte dei sanitari.
I Rom non hanno neppure diritto a conoscere le cause di un decesso avvenuto
in ospedale.

I percorsi di integrazione che a Palermo hanno portato alla scolarizzazione
di quasi tutti i minori ed alla scomparsa di qualsiasi fenomeno di
microcriminalità sono rimasti affidati al lavoro quotidiano delle
associazioni alle quali non si è neppure garantito un tempestivo sostegno
finanziario. Da parte delle istituzioni sono arrivate soltanto periodiche
minacce di sgombero e ricorrenti tentativi di divisione e di
delegittimazione delle associazioni operanti accanto ai rom, ai quali si è
prospettato il rischio di ritorsioni ove le azioni di protesta avessero
denunciato le inadempienze e gli abusi della pubblica amministrazione.

Secondo le “categorie” assunte dal Ministro dell’interno Maroni nella
qualificazione dei “campi nomadi”, a fronte dell’imponente documentazione
amministrativa che lo contempla, il campo della Favorita di Palermo non si
può definire un campo “abusivo”, anche se insiste su un area successivamente
destinata a riserva naturale. Estenuanti tentativi di individuare un area
alternativa per l’alloggiamento dei rom presenti a Palermo, in gran parte
provenienti dalla ex Jugoslavia, in particolare profughi kosovari, sono
rimasti senza risultati concreti, soprattutto per l’opposizione dell’Assessorato
regionale territorio ed ambiente, tanto negli incontri presso la Prefettura,
a partire dal 2000, quanto nelle periodiche riunioni del Consiglio
territoriale per l’immigrazione. Adesso si teme che da Roma arrivi la
direttiva di procedere allo sgombero del campo della Favorita e non si ha
notizia delle determinazioni che starebbe per assumere il Comune o la locale
Prefettura, presso la quale sembra che da tempo sia in discussione il
problema di un “trasferimento” dei Rom attualmente insediati nel campo in
via del Fante, in una zona sulla quale peraltro insistono forti pressioni
speculative. Le ipotesi fin qui proposte, come il possibile trasferimento
nella periferia orientale della città, zona ad altissima densità mafiosa,
hanno suscitato la minaccia di reazioni violente da parte degli abitanti del
quartiere. Sono a rischio comunque le attività di integrazione e di
assistenza medica, che in caso di un trasferimento forzato sarebbero
irri2mediabilmente compromesse.

Le associazioni umanitarie operanti a Palermo in difesa dei diritti del
popolo rom hanno creato una rete di collegamento permanente per denunciare
immediatamente tutti gli abusi che dovessero essere commessi ai danni della
comunità rom e per attivare immediatamente strumenti di controinformazione e
di difesa legale, individuale e collettiva. Occorre che qualsiasi decisione
venga adottata dalle autorità amministrative sia conosciuta per tempo e
divenga oggetto di una contrattazione preventiva con le associazioni e con
gli stessi rom, al fine di individuare soluzioni generalmente condivise che
non pregiudichino il lavoro di integrazione portato avanti con grande fatica
da molti anni. Se anche a Palermo dovesse prevalere la logica militare dello
sgombero forzato le conseguenze sul piano della lesione dei diritti
fondamentali e delle prospettive di convivenza pacifica e nella legalità
sarebbero incalcolabili. La sicurezza dei cittadini palermitani è la stessa
sicurezza dei rom, molti dei quali nati proprio a Palermo. La sicurezza non
si difende con i muri, con il filo spinato e con le deportazioni. E
soprattutto, il principio di legalità vale per tutti, cittadini, immigrati
ed amministrazioni pubbliche.

Quindi Bene, bravi, bis, continuate a fare i lobotomizzati che andate forte.

Non aggiuno quello che sta succedendo a Torino al CPT di Corso Brunelleschi dove tra l'altro si conta già un morto. Spero che la curiosità vi spinga ad informarvi anche su questo visto che Grillo questi argomenti neanche li sfiora minimanete essendo contrari alla sua operazione di marketing, che richiede la trattazione dei soli argomenti che possono creare consenso tra "i più..."

"Occorre essere attenti per essere padroni
Di se stessi occorre essere attenti
Occorre essere attenti occorre essere attenti
e scegliersi la parte dietro la Linea Gotica"

Un caro abbraccio
ciccio

Anonimo ha detto...

Vedi Grillo anche dove non c'è.... metti dentro vecchi suoi post fuori tema completamente e quasi quasi difendi la follia di Berlusconi..... mah.... ti sto perdendo ?
Un abbraccio

Anonimo ha detto...

Io ho perso voi....mi fate pena

Anonimo ha detto...

T'intrippasti troppu mali...... un si mancu d'acordu che cosi in cui eratu d'accordu, sulu picchi i dici Grillu, scusami mami fa pena tu....

Anonimo ha detto...

Mai favorevole a una legge che regolamentasse l'uso delle intercettazioni telefoniche?

Mai contrario ad una visione populista e xenofoba del fenomeno migrazione?

Se lo dici tu.....

Anonimo ha detto...

Sei totalmente fuori tema con il post..... Grillo un ci trasi nenti !! .... dimmi in che lingua lo capisci che te lo scrivo... !!

Anonimo ha detto...

Sanscrito

Fabio ha detto...

Angiolè, perchè non fai un post su De Magistris? NESSUNO ha riferito che è stato assolto dalle accuse che gli erano state mosse contro! Alla facciazza di quelli che dicono che i magistrati sono delle star! Ma andatevene a fare una vacanza con Mastella! VERGOGNA!

Anonimo ha detto...

l'ignoranza regna

Anonimo ha detto...

PERDENTI