sabato 9 febbraio 2008

CHE FINE HA FATTO GUGLIELMO GATTI ?


Molti di voi ricorderanno la vicenda dell'omicidio dei coniugi Donegani, avvenuto a brescia nel 2005. La forza dei media, come avviene in questi casi, fu formidabile e l'indiziato numero uno, Guglielmo Gatti, subito sbattuto in prima pagina e poi in cella di isolamento. E' di ergastolo, con 3 anni di isolamento diurno, la sentenza emessa dalla Corte d'assise di Brescia al termine del processo di primo grado che lo ha visto alla sbarra.
Il giudice Enrico Fischetti con il giudice a latere Annamaria Dalla Libera e i 6 giudici popolari hanno accolto in pieno le richieste del pm Claudia Moregola. La Corte ha quindi condannato Gatti per i tre capi d'mputazione contestati, cioè omicidio volontario e premeditato, vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere.
Questo caso, come molti altri più o meno famosi, fu molto contraddittorio; giornalmente i giornali ed i telegiornali diedero notizie di prove schiaccianti (gli esami dei Ris :)) o di dubbi atroci di innocenza.
Ora sono passati quasi tre anni e Guglielmo Gatti è stato condannato al carcere a vita. Io mi auguro che sia lui l'assassino efferato degli zii e che, quindi, sconti la pena inflittagli fino all'ultimo giorno, ma se cosi' non fosse ?..... e, ahimè, non vi è certezza alcuna su quanto stabilito dal tribunale. Volevo sottoporvi alcuni comprensibili dubbi ricavati da uno studio sul caso fatto dal CECRIN ovvero dal Centro Studi Criminologia Investigativa:
Secondo l'accusa Guglielmo Gatti disattiva i coniugi Donegani dopo le undici di sabato 30 luglio per poi sezionarli nel proprio garage, metterne i resti sezionati in diversi sacchi (sembrerebbe una decina). La disattivazione è provata dall’assenza e dalle non attività dei coniugi dalle ore 11 a seguire.
Gatti, dopo le attività di mattanza, lava con la varechina il pavimento e le pareti del garage sporco del sangue delle due vittime.
Si lava in casa. Fa sparire alcuni sistemi (mezzi e strumenti) del delitto.
Mette i sacchi nella sua macchina.
Una vicina di casa dichiara di avere udito strani rumori provenienti dal suo garage attorno alle ore 3.
Dopo l’imbustamento, il confezionamento, il sigillo e il carico dei sacchi si avvia verso il Passo del Vivione distante alcune decine di km. Entro le ore 2,30 arriva al passo dove butta tutti i sacchi o parte di essi, entro le 3 arriva a Breno dove alloggia all’hotel Giardino stanza 305.
La mattina del 31 luglio, di buon’ora, va via.
Nel mattino del 1° agosto riceve la visita del cugino, l’appuntato CC Luciano De Leo, il quale doveva passare qualche giorno ospite degli zii, proveniente da Castelfidardo (Ancona).
Il pomeriggio del 1° agosto (h 15 circa) con la sua macchina è visto nei pressi del Passo del Vivione fra Val Paisco e Val di Scave, ciò significherebbe che è stato assente da casa almeno dalle ore 13 alle 17 del 1° agosto per andare sul luogo dello scempio finale, quello del distacco “carnefice – vittima”, il passo del Vivione.
Il puzzle degli inquirenti non ha tutti i tasselli, così come quelli esistenti sono in parte incompleti o ridondanti: basti apprezzare che mancano il movente, l’intento primario, l’iter criminis, il metodo omicidiario e la strumentazione di supporto (mezzi logistici compresi), il momento zero, il punto zero e il “cosa è successo”!
Dicono che Gatti alle ore 3 del 31 luglio arrivava all’hotel Il Giardino di Breno dopo avere buttato i sacchi nel burrone di Passo del Vivione. I posizionamenti spaziali e temporali del cellulare definiti
tramite le stazioni radio base di aggancio, anche se Gatti non ha usato il cellulare, dimostreranno che Gatti non era in quei luoghi.
A Gatti attribuiscono due momenti zero posizionandolo in luoghi distanti da casa sua, sita in Brescia alla via Ugolini. Il primo è alle ore 3 del 31 luglio in loc. Breno presso l’albergo Il Giardino, fascia oraria interessata dalle ore 0:30 alle ore 8:30. Il secondo alle ore 15 del 1° agosto zona Vivione fra Val Paisco e Val di Scalve. I due momenti zero sarebbero l’epicentro della sua attività criminale: distrutti i presupposti dei momenti zero, è distrutta la tesi stessa basata su tali momenti! Ma le due circostanze sono incompatibili.
A Gatti viene attribuita la caratteristica dell’ubiquità, cioè, essere presente contemporaneamente in due posti distanti fra essi un centinaio di chilometri, VISTO che lo si fa presente verso le ore 2,30 della notte fra il 30-31 luglio in loc. Vivione/Breno a buttare i sacchi e poi, alle ore 3, recarsi a dormire nell’albergo Il Giardino stanza 305; 2) alle ore 3 della stessa notte era nel suo garage in Brescia via Ugolini intento a produrre quei rumori sospetti uditi dalla vicina. Ma come avrebbe fatto Guglielmo Gatti ad essere alle ore 3 in Brescia nel garage a preparare i corpi, alle ore 2,30 in loc. Vivione a buttare i corpi, alle ore 3 in Breno presso l’hotel Il Giardino sino alla mattina dopo? Le temporalità, le cronologie e le sincronie sono chiaramente IMPOSSIBILI! I due luoghi sono distanti km 97, per l’esattezza!
La valutazione dei risultati dei calcoli e delle armonizzazioni dei tempi del sezionamento, della preparazione all’imbustamento, all’insaccamento ed alla chiusura, alla messa in macchina, al
trasporto ed al lancio, fra l’altro, annullano ALMENO una delle due “testimonianze certe” contro Gatti. Se poi si aggiungono i tempi di percorrenza, le possibilità logistiche e i limiti-vincoli spaziali e temporali, ci si accorge che i due momenti zero affibbiati a Gatti
sono altamente improbabili oltre che contraddittori.
Ma la proprietaria dell’hotel Il Giardino dichiara che Gatti era da lei alle 3 del mattino: allora è dovuto partire da Brescia alle ore 0,20, poco dopo la mezzanotte! Ma una vicina di casa fornisce l’alibi a Gatti dicendo di avere sentito dei rumori nel garage di Gatti e/o di averlo visto attorno alle ore 3! Allora più di qualcosa non quadra! E Gatti non ha il dono dell’ubiquità!
Ed ancora, se Gatti alle ore 15 del 1° agosto era in zona Vivione - fra Val Paisco e Val di Scave - alle 13 (prima), ed alle 17 (dopo) non poteva essere lì dove è stato visto, specialmente in considerazione di acquisti e di riscontri col bancomat. Ma, poiché Gatti alle ore 15 ed alle 17 era in
luoghi distanti molti km dal Vivione (ciò con precisi riscontri), non aveva la possibilità fisica, esecutiva e strumentale di stare alle 15 dove lo posiziona il 14enne, cioè, presso il passo del Vivione!
Come mai il luminol, usato due volte, la prima volta non ha rilevato nulla e 14 giorni dopo sì? Notizie giornalistiche dicono che nel garage di Gatti sono stati effettuati due luminol test, verso il 4 agosto il primo (SIS), verso il 19 agosto il secondo (RIS). Ebbene, il luminol test del 19 agosto ha prodotto la caratteristica luminescenza blu elettrico tanto da fare dichiarare “il garage è stato il mattatoio”, invece il luminol test di un paio di settimane prima è stato negativo.
Siamo a conoscenza che il primo intervento è stato effettuato dal SIS e il secondo dal RIS, ma il luminol test non conosce padrone e il manico (SIS e RIS) è da considerare eccellente in entrambi i casi!
Alcuni errori che Gatti "colpevole" non avrebbe mai commesso
Guglielmo Gatti, se realmente pianificatore ed esecutore dell’orrendo crimine fasico (dall’uccisione al sezionamento, dal trasporto alla precipitazione occultatoria), non poteva non sapere che i RIS di
Parma avevano smascherato Carretta dopo nove anni con una sola goccia di sangue nella doccia, al che, perché mai avrebbe dovuto premeditare la mattanza nel suo garage, ben sapendo che sarebbero
arrivati, prima o poi, proprio quei RIS? Gatti ben sapeva che i RIS avrebbero usato il luminol e che l’eventuale lavaggio con la varechina sarebbe stato demistificato!
Il sezionamento è illogico in un progetto criminale attribuito a Gatti, difatti, tale depezzamento sembra avere lasciato la traccia e la firma di un rapporto del tipo domestico, parentale ed affettivo, o di frequentazione e colleganza, fra la diade omicidiaria (assassino e vittima). Gatti non poteva lasciare tale firma!
La precipitazione nel burrone del Vivione dei resti chiusi nei sacchi, da parte di Gatti, appare essere illogica, a prescindere dalla neve e dalla strada bloccata qualche settimana dopo (in previsione?).
Gatti ben sapeva che prima o poi i cadaveri (o i resti scheletrici) sarebbero stati rinvenuti, così come che i sacchi si sarebbero aperti; avrebbe quindi potuto buttarli in una discarica, seppellirli, o attuare
altre metodologie di occultamento......

Credo che leggendo quest'interessantissimo documento (se avete avuto sufficiente pazienza), avrete ora anche voi il dubbio atroce che, la giustizia italiana spinta dai media abbia agito in maniera quantomeno frettolosa.
Ci si dimentica delle persone dopo qualche mese o qualche giorno perchè gli omicidi efferati "mediatici" sono ormai all'ordine del giorno ma Guglielmo Gatti è stato condannato al carcere a vita.

2 commenti:

Unknown ha detto...

CIAO!! vedo adesso questo post. Gatti è INNOCENTE!!! io lo dico da tre anni!!! ho messo la mia faccia, in qualità di suo ex compagno di liceo, in un'intervista ad Edoardo Montolli, anche lui scettico, pubblicata sul settimanale News, su Bresciaoggi e su Cronaca Vera, perchè sono SICURO che si tratta di un clamoroso errore giudiziario. L'ultima chicca viene dalla prima udienza del processo d'appello: Salta fuori che Guglielmo e un suo cugino erano stati da poco nominati eredi unici dai due zii uccisi. ADESSO???????? ma se dicevano che mancava il movente e se NESSUNO ha mai parlato di questo testamento!!!!! E' incredibile!
Anche se la cosa più INCREDIBILE è che nel bosco di Camignone sono stati trovati a distanza di parecchi mesi, resti degli zii, tra i quali cranio con materia organica interna, che i cani non avavano rinvenuto la prima volta, vicino ad altri resti trovati la prima volta. Anche uno sciocco capisce che è IMPOSSIBILE!!! 1) a quei cani NON poteva sfuggire l'odore nel primo sopralluogo. 2) è IMPOSSIBILE che a distanza di più di un anno nella testa ci fosse ancora materiale. Provate a lasciare della carne sotto un albero. Dopo una settimana non c'è più!!!
Questo è stato un processo assurdo. Quando Gatti verrà dichiarato innocente bisognerà brindare alla Verità. Il colpevole è CHIARAMENTE da cercare nei giri scambisti dei due zii. Mi è venuto un altro dubbio: La storia del testamento non sarà una trappola per coinvolgere anche l'altro nipote e rendere più credibile questa delirante ricostruzione???
e PERCHE' far giudicare a giurie popolari in caso di processi mediatici???? visto che a Brescia la stampa aveva deciso SUBITO di seguire supinamente la linea Tarquini????
valpalot.splinder.com
ciao, grazie! (rispondimi al mio blog!)

Anonimo ha detto...

Ciao. Ma se davvero è innocente il Gatti cosa ci faceva il sangue degli zii nella sua auto??? insomma i fatti potranno anche non coincidere ma prima di sbattere una persona in carcere a vita bisogna che il fascicolo contro il gatti contenga anche una sola prova che constati la sua colpevolezza. Avv. anonimo