martedì 15 gennaio 2008

W LE FICTION





Dopo il grande successo della fiction dedicata a Toto' Riina, in questi giorni ne è andata in onda una su Bernardo Provenzano e, ancora una volta, c'è stato un grande seguito di pubblico. Si ripetono, dunque, i record d'ascolto, ma si rinnovano anche le critiche. Far vedere la mafia in televisione finisce per glorificare o quanto meno riabilitare personaggi che sono il male assoluto. La polemica era già esplosa ai tempi del "Capo dei capi" e si ripropone pari pari oggi. Da più parti ci si interroga sulla necessità di parlare di argomenti come la mafia, soprattutto dal punto di vista biografico: parlare di boss e picciotti, già solo per il fatto che se ne parla, contribuisce in qualche modo a mitizzare o a rendere umani soggetti che hanno sulla coscienza migliaia di persone uccise e miriadi di reati di ogni genere. Se a a tutto ciò si uniscono le dichiarazioni poco felici degli addetti ai lavori si rischia di creare un pericoloso corto circuito. Dice Michele Placido, per anni integerrimo ispettore antimafia nella "Piovra" e oggi nei panni di "u tratturi": "Provenzano esercita un fascino sinistro al quale dobbiamo stare attenti perché sicuramente lui è tra i responsabili delle stragi Falcone e Borsellino e di alleanze con esponenti corrotti di forze dell'ordine" oppure "Se Bernardo Provenzano è riuscito a tenere in scacco lo Stato e la politica italiani è perché era più intelligente del 50% dei parlamentari italiani". L'operazione riabilitazione a posteriori di gente che si è macchiata dei crimini peggiori la si fa anche attraverso sparate provocatorie di questo tipo. D'altronde non erano proprio Falcone e Borsellino che dicevano che la mafia la si combatte anche distruggendo alcuni miti che circondano i capi di Cosa Nostra, visti come esseri superiori perché capaci sempre di sottrarsi alla giustizia e alla legalità grazie alla loro furbizia. E voi cosa ne pensate?

Adesso bisognerà pensare alla prossima fiction. Riina, Provenzano, ora ci sarebbe da fare una "bella fiction" su Lo Piccolo, recentemente arrestato, ma non sembra essere del "calibro" degli altri due già trattati. Un pregiudicato ben in vista ci sarebbe e, da vari punti di vista, non ha niente da invidiare ai primi due. Sto parlando di Marcello Dell'utri che, in termini di "grandezza" , di "fascino" e di impunità non credo sia secondo a nessuno. Una Fiction su un personaggio come lui che ha fiancheggiato la mafia in maniera evidente, che già condannato riesce e non fare un solo giorno di galera e che, anzi, è un Parlamentare Europeo, meriterebbe una serie di grandi eventi televisivi che ne raccontino le gesta e la grande inteligenza. Io sto scrivendo pensando di stare parlando di un paradosso ma vetrete che, prima o poi, qualcuno la farà davvero.


1 commento:

Morgana ha detto...

..In Sicilia, purtroppo, chi riesce a fregare lo Stato è considerato più furbo degli altri. Tali fiction non solo mettono in luce questo aspetto ma tendono anche a glorificare tali personaggi facendoli diventare come dei miti agli occhi della gente comune (sia dei grandi sia dei più piccini). I mass media, talvolta, con i loro poteri "trascinanti" riescono a penetrare nelle menti delle persone in modo subdolo ed inconscio e, talvolta, riescono a far perdere la capacità obiettiva di valutazione degli eventi. Nel caso di queste nostre fiction e dei loro protagonisti è evidente cosa queste rappresentino...un modello da non imitare che quasi dica: IMITATEMI!