venerdì 8 ottobre 2010

TRATTAMENTO PARTICOLARE


Mercoledì sera sono stato "incollato" alla tv a vedere "Chi l'ha visto ?" fino a mezzanotte e mezza poiché, come tutti ben saprete, si evolvevano in diretta gli avvenimenti su caso della ragazza quindicenne scomparsa, in Puglia, nello scorso Agosto. Sono stato il primo ad essere sorpreso dalla confessione dello zio che ha dichiarato di aver strangolato e poi violentato (raccapricciante !!) la nipote ed ha poi condotto gli inquirenti sul posto per il ritrovamento del cadavere.
Spesso utilizziamo il termine "bestia" o "animale" per indicare il comportamento senza pietà di nostri simili che si macchiano di orrendi atti ed omicidi. Mi permetto di dire che, dopo quest'ultimo agghiacciante avvenimento, sarebbe consono non utilizzare più termini riconducibili agli animali che, seguendo solo il loro istinto e non essendo dotati di ragione, non compiono atti di questo tipo e spesso, paradossalmente, sono più umani degli stessi esseri umani.
Fatta questa dovuta premessa ed ammettendo che, d'impulso, anche a me verrebbe voglia di veder crepare malamente Michele Misseri voglio, tuttavia, soffermarmi sulla crescente voglia di "pena di morte" che ho visto crescere in questi giorni, sia tra le persone incontrate in giro per la città, sia in rete. Dal mio punto di vista è già parecchio grave, molto barbaro e profondamente incivile che, nelle carceri, chi si macchia di reati particolarmente gravi e truci (come nel caso specifico) abbia un trattamento particolare dagli altri detenuti. Leggo, a proposito dell'assassino di Sara, che questi è guardato a vista 24 ore su 24 sia per evitare atti di autolesionismo, sia per proteggerlo dalla furia degli altri detenuti che hanno già manifestato le loro intenzioni con rumori e frasi che non lasciano dubbi sulle loro intenzioni: roba da corrida !
Per quanto riguarda, invece, la tanto reclamata pena di morte, vorrei fare alcune considerazioni. Comincerei col dire che la morte di una persona per mano di un'altra è sempre e comunque un omicidio. Nessuno può e deve avere il diritto di decidere sulla vita o sulla morte di un'altra persona, ancor meno uno Stato. Un'altra considerazione su cui vi invito a riflettere è la seguente: prendendo proprio ad esempio il più recente caso di atroce omicidio, Michele Misseri, da due giorni, non dice altro che di voler morire, di voler farla finita e ...... che la farà finita. Spesso, in casi come questo, si finirebbe col fare un favore all'assassino che non chiede altro che di morire, divorato dal rimorso e dall'angoscia. Da ciò deduco che, chi compie questi orrendi crimini, soffre certamente di più continuando a vivere che morendo. Altro fatto che dovrebbe far riflettere: nei paesi dove è in vigore la pena capitale non si hanno risultati oggettivi sulla diminuzione dei crimini e, basta ascoltare qualche telegiornale, per accorgersi che gli omicidi e le violenze sono comunque all'ordine del giorno. La pena di morte serve solo ed esclusivamente per appagare la nostra sete di vendetta di fronte ad atti del tutto inumani. Se a tutto ciò aggiungiamo le possibilità di errore (umano) giudiziario che, in caso di condanna capitale, ucciderebbe un innocente, mi pare che il quadro sia completo.
Gli uomini, per distinguersi in positivo dagli animali, dovrebbero utilizzare maggiormente il cervello e meno l'istinto. Chi chiede la pena di morte per vendetta, fa parlare solamente il proprio istinto...... esattamente come un affamato leone della Savana. Lo zio di Sara si è comportato alla stessa maniera: ha agito solo ed esclusivamente col proprio istinto e con particolare crudeltà nei confronti di una vittima inerme ed indifesa; se avesse fatto prevalere la ragione e l'autocontrollo, di cui gli esseri umani sono forniti, tutto questo non sarebbe accaduto. Non sto paragonando chi è favorevole alla pena capitale ad un brutale stupratore assassino..... non fraintendetemi ! sto solamente dicendo che aggiungere un omicidio ad un altro omicidio non serve assolutamente a niente.

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