martedì 22 novembre 2011

IN UN PAESE NORMALE

Certo non è proprio il massimo mettersi a scrivere mentre si ha sui fornelli la carne alla pizzaiola; nuova pietanza che, stasera, sto provando a cucinare per la prima volta in assoluto. Pomodoro, patate ed, ovviamente, la carne; il tutto da cuocere a fuoco lento; il problema, però, è proprio questo... il fuoco lento che, nella mia cucina, anche al minimo proprio proprio lento non è.
Vedremo (anzi vedrò) il risultato tra un po' ma, come viene viene, me la dovrò comunque mangiare.
Sono fiducioso, le mie doti culinarie migliorano di giorno in giorno...

Si riparla, in questi giorni, di un caso di cronaca avvenuto qualche anno fa e per il quale, tanto per cambiare, non c'è ancora un colpevole. Questo blog non si occupa mai dei vari casi da porta a porta, tipo "Cogne" o "Avetrana"  o l'omicidio Rea perchè ritiene che se ne parli già fin troppo, ma il delitto di Garlasco è un "cavallo di battaglia" di queste pagine fin dal lontano 2007.
Sono passati più di quattro anni da quell'omicidio e gli organi inquirenti non hanno ottenuto nessun risultato, niente di niente. Analisi di ogni genere, sequestri di ogni genere, intercettazioni varie ma niente ... nessun risultato. L'unico indagato ed imputato, Alberto Stasi, è stato assolto in primo grado. L'ex fidanzato della vittima è entrato, fin da subito, nel mirino di chi indagava sul caso ma, a suo carico, solo indizi e nulla più.
Ora ci accingiamo ad assistere all'appello, grado di giudizio in cui l'accusa ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione; ma sulla base di cosa ? in base a quali prove ? al fatto che l'indagato non si è sporcato le scarpe quando è entrato in casa ed ha trovato il corpo della fidanzata ? ... ma stiamo scherzando ? il nostro ordinamento giuridico prevede che bisogna dimostrare la colpevolezza dell'imputanto e non, al contrario, che questi debba dimostrare di essere innocente. Attenzione ! qui non si è mai detto o scritto che Stasi sia innocente ma, più semplicemente, che non ci sono prove per condannarlo.
Mi sbilancio anche stavolta: non ci sono prove e Stasi verrà nuovamente assolto. Intanto una ragazza è morta e, dopo quattro anni, non c'è il colpevole in carcere.


In un Paese normale staremmo tutti, unanimamente o quasi, a parlare di un'urgente riforma della Giustizia italiana. In un Paese normale si potrebbe parlare, tranquillamente, della responsabilità dei Magistrati, dei loro errori, e dei loro abusi. Quello di Garlasco è solo uno dei tanti episodi dove chi indaga dimostra o di non esserne in grado o è in malafede.
In altre centinaia di circostanze vengono commessi gravi errori nei confronti di poveracci e non succede nulla, altre volte, invece, vi sono strane connivenze da cui si evince che il Magistrato di turno è, probabilmente, più criminale del criminale. Nel caso Claps, per esempio, il Magistrato dell'epoca, tale Dottoressa Genovese, ha agito in maniera anomala, ostacolando polizia e carabinieri, impedendo delle perquisizioni e salvaguardando il primo ed unico impuntato che, anche grazie a lei, è finito in carcere solo dopo diciassette anni; un periodo che gli ha permesso, oltre ad anni di libertà, anche di commettere (almeno) un altro omicidio. La dottoressa Genovese esercita ancora la professione di Magistrato ... ha senso ?
Ma purtroppo questo non è un Paese normale e, grazie all'attività della politica, ci siamo trovati (e ci troviamo ancora) a difendere la Magistratura ed il suo potere "forte" ed indipendente dagli altri. Questo fa si che, negli anni, non si sia mai potuto pensare ad una seria e vera riforma della Giustizia visto che, chi ha usato queste parole prima di me, lo ha fatto solo al fine di sottometterne il Potere Giudiziario al proprio volere.
Ora il nanopremier non c'è più (forse) e credo che, aldilà dello spread, bisognerebbe mettere mano anche a questo: da un lato dando risorse e personale alla Giustizia e dall'altro mettendo dei paletti alla responsabilità dei Magistrati e dei Giudici che, quando sbagliano giocando con le vite altrui, devono pagare.

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