mercoledì 21 novembre 2007

COMINCIAMO DA LORO ?



In un momento storico come il nostro dove tutto, ma proprio tutto, sembra andare a puttane, in cui la gente sembra finalmente essersi svegliata dall'eterno torpore, in cui sembra esserci uno scontro sociale tra le nostre forze dell'ordine ed i comuni cittadini (terroristi o ultras che siano), in cui la politica sta toccando il punto più basso della sua storia (e viste le "punte" è tutto dire....), in cui la magistratura è sottomessa al potere politico, in cui l'informazione è quasi interamente controllata e filtrata........insomma in un momento storico assolutamente negativo e pericoloso (per i suoi possibili risvolti)..... della gentaglia (gli EX reali italiani) che, storicamente, non dovrebbe nemmeno esistere più si permette (la notizia è proprio di ieri) di fare delle richieste ed avanzare delle pretese nei confronti dello Stato Italiano.


20/11/2007
I Savoia chiedono danni all'Italia
"Rivogliamo indietro beni sequestrati"
I Savoia chiedono i danni allo Stato italiano. La richiesta complessiva è di 260 milioni: 170 da parte di Vittorio Emanuele, 90 dal figlio Emanuele Filiberto. Inoltre, secondo la redazione del programma "Ballarò" che ha diffuso la notizia, la famiglia chiede la restituzione dei beni confiscati dallo Stato al momento della nascita della Repubblica. La richiesta, come comunica il portavoce di Casa Savoia, non è stata però ancora depositata.
La richiesta - informano gli autori della trasmissione di Raitre- sarebbe arrivata circa 20 giorni fa con una lettera di sette pagine inviata al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e al Presidente del Consiglio Romano Prodi dai legali dei Savoia Calvetti e Murgia. Tra i motivi della richiesta di risarcimento illustrati nella lettera e spiegati da Emanuele Filiberto ci sono i danni morali dovuti alla violazione dei diritti fondamentali dell'uomo stabiliti dalla Convenzione Europea per i 54 anni di esilio dei Savoia sanciti dalla Costituzione Italiana. Il segretario generale della presidenza del consiglio Carlo Malinconico spiega che il Governo non solo non ritiene di dover pagare nulla ai Savoia ma che pensa di chiedere a sua volta i danni all'ex famiglia reale per le responsabilita' legate alle note vicende storiche. Per i Savoia la richiesta si fonda sulla presunta violazione della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. "La Costituzione italiana ha palesemente violato quanto previsto dalla Convenzione dal 1948 in poi", fa notare il portavoce della famiglia. E poco importa che la Costituzione sia stata promulgata prima della Convenzione europea: "Altri paesi sono comunque stati trattati severamente dall'Europa, anche in maniera retroattiva. E' il caso della Grecia, che ha dovuto pagare un cospicuo risarcimento a re Costantino e alla sua famiglia per l'ingiusto esilio". Per questo, a ridosso della scadenza dei cinque anni dal rientro (avvenuto a fine 2002) che porterebbe alla prescrizione, i Savoia sembrano davvero decisi a fare causa allo Stato. I proventi dell'eventuale vittoria processuale andrebbero a una neonata "Fondazione Emanuele Filiberto di Savoia", che li destinerebbe "in opere di beneficenza e di sostegno alle fasce sociali piu' disagiate". Quanto ai beni patrimoniali che sarebbero oggetto di una richiesta di parziale restituzione dall'ex Casa reale, "non e' ancora stata compiuta alcuna azione in questo senso, anche perche' non e' stato fatto un elenco del patrimonio personale dei Savoia, da distinguere dai beni della Corona. I Costituenti - ricorda il portavoce - hanno coniato un termine che non esisteva ne' esiste nell'ordinamento giuridico, 'avocazione', perche' non potevano per legge ne' confiscare ne' sequestrare i beni. Questo ha portato a una sorta di cristallizazione catastale: quando si fara' chiarezza sui beni privati della famiglia, distinti da quelli di Stato, si potra' procedere a una richiesta in tal senso".


Per quello che hanno fatto gli antenati di queste persone è già tanto che siano ancora tutti vivi e vegeti. Sono anche stati fatti rientrare (io non lo avrei mai permesso..... ecco i risultato).... e ora l'Italia dovrebbe anche risarcirli !

La sensazione è che si stia tirando la corda fino al limite, fino a rischiare di strapparla, si sta giocando col fuoco in tutti i settori della vita sociale e, la gente .... il popolo, comincia veramente a prendere coscenza del fatto che chiunque si permette di prenderla in giro in modo palese.

Da qui il titolo (provocatorio......) del post, i Savoia sono tornati in italia più arroganti di prima, volevo ricordarvi che è abbastanza recente l'arresto di Vittorio Emanuele grazie a queste intercettazioni:


La beneficenza e le «belle donnine»
Personalità «inquietanti» - per il gip di Potenza - sono quelle che emergono dalle intercettazioni telefoniche rivelate dall'Ansa. Il primo colloquio tra Vittorio Emanuele e Gian Nicolino Narducci, suo stretto collaboratore, si svolge prima di una manifestazione filantropica, nel settembre del 2005. Durante l'evento, sarebbero stati raccolti fondi a favore di un'associazione milanese che assiste minorenni vittime di abusi sessuali e maltrattamenti in famiglia.Gian Nicolino Narducci: «Speriamo che ci sian delle belle bambine, così le scopiamo»Vittorio Emanuele: «Subito, sì, urlando!»Il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi, nell' ordinanza di custodia cautelare, ha definito «oggettivamente raccapriccianti» i termini usati dal principe e dal suo assistente.


Dopo la tragedia di Baghdad
Vittorio Emanuele commenta così la liberazione di Giuliana Sgrena e l'«incidente» all'aeroporto di Baghdad, in cui perse la vita di Nicola Calipari: Vittorio Emanuele: «Quel pezzo di merda ..... di quella vecchia troia mestruata»Gian Nicolino Narducci: «Comunista di merda...» E in un altro colloquio Vittorio Emanuele ritorna a parlare di Giuliana Sgrena, la giornalista del Manifesto rapita in Iraq:Vittorio Emanuele: «Quella comunista che scrive su quel giornalaccio che non è buono neanche per pulirsi il c... perché c'è l'inchiostro»Commenta il gip di Potenza: «Le parole e il tono utilizzati da Vittorio Emanuele e Narducci appaiono emblematici della loro personalità. Il contenuto di alcune conversazioni è davvero inquientante, alcune non è il caso che ve le ripeta».


Callipari
Intercettazioni riportate sulla Stampa da Guido Ruotolo. I due (Gian Nicolino Narducci e Vittorio Emanuele, ndr) cominciano a parlare del delitto Calipari.Vittorio Emanuele: «Senta: che casino che è venuto fuori, eh!»Narducci: «Ma di che, che cosa?»Vittorio Emanuele: «È meglio che non si faccia vedere in giro, eh! Quella che...»Narducci: «Chi è?»Vittorio Emanuele: «Quella merda lì che è stata, ehm, che ha fatto morire il nostro capo dei servizi segreti»Narducci: «Ah sì! Quella lì è una merda! Comunista di merda quella lì!»Vittorio Emanuele: «Le televisioni l'hanno distrutta! Le televisioni di Berlusconi e il Tg2»Narducci: «Sì, sì, sì»Vittorio Emanuele: «L'hanno distrutta!»Narducci: «Ah sì?»Vittorio Emanuele: «Sì»Narducci: «Ah sì, ah sì, mi fa, mi fa ridere, mi fa ridere Emilio Fede che ha detto che lei guardava dal finestrino e contava le pallottole che sparavo gli americani!» (ride)Vittorio Emanuele: «E poi è meglio che non vada ad abbracciar la vedova: no, no. Glielo sconsiglio!»(ride)Narducci: «Eh, ma guarda è una, sono merda quella gente lì! È gente che! Comunque non ci va più in Iraq, ha detto che non ci va più, eh!»Vittorio Emanuele: «Ma è meglio che ci andasse, così la fan fuori!»Narducci: «Così la tolgono dai piedi, eh! Comunque!»Vittorio Emanuele: «No, ma come si chiama quel giornale lì?»Narducci: «Il Manifesto, il Manifesto»Vittorio Emanuele: «Hanno detto che era un agguato fatto dagli americani! Ma figuriamoci! Quel pezzo di merda di quella vecchia troia»Narducci: «Bisognerebbe portarla in una caserma di alpini e poi darla agli alpini che se la sollazzino!»Vittorio Emanuele:
«No, ma poi dopo la buttano giù! La buttano giù! La buttano giù dalla montagna, morta a pezzetti!»
«Mandami su il pacco con la ragazza»

Intercettazione riportata dalla Stampa. 7 marzo 2005: Gian Nicolino Narducci annuncia al principe l'arrivo di un «pacco fresco», una ragazza bellissima...Narducci: «E mi ha detto che la settimana prossima, se lei ha piacere, veniamo su a Gstaad»Vittorio Emanuele: «Sì»Narducci: «Con un pacco»Vittorio Emanuele: «Esatto. Giusto, eh!»Narducci: «Eh! Sì, sì giusto, però poi bisogna vedere dove andare, eh!»Vittorio Emanuele: «È un pacco moderno?»Narducci: «Nuovo, fresco»Vittorio Emanuele: «Come?»Narducci: «Eh, giusto, giusto, giusto. Mi ha detto che è una ragazza bellissima»Vittorio Emanuele: «Sì?»Narducci: «Bruna, bellissima, bellissima»Vittorio Emanuele: «Sì, eh?»Narducci: «Sì, sì, sì, sì. Settimana prossima se lei ci dice l'ok»Vittorio Emanuele: «Sì, o se no giù a Ginevra»Narducci: «Ehm. Oh a Ginevra. Se la principessa è sù, forse è meglio, eh!»Vittorio Emanuele: «Sì»Narducci: «Eh, perché così non ci sono controlli»


Il Principe e le case della mafia
Emanuele di Savoia vuole comprare un appartamento confiscato ad un boss della mafia al centro di Roma. Lo fa per il figlio, Emanuele Filiberto, che vuole una casa di prestigio nella Capitale. Lo appoggia, anche questa volta, il suo braccio destro Achille De Luca, il faccendiere in odore di servizi segreti, grazie ai «suoi contatti e le sue aderenze, in particolare, con un soggetto legato alla Direzione Nazionale Antimafia», scrivono i magistrati. «È un bene dello Stato. Appartiene allo Stato e per motivi molto particolari... I prezzi sono un quarto di quello che vale», spiega il fido Achille al vorace principe. È un tale Roberto Rossi a consentire l'affare. Rossi è uno che sa tante cose: «Io sono... a fare scorta praticamente a una persona che è sotto interrogatorio da circa un mese e mezzo... e lo devo portare da un Hotel all'altro perché non lo interrogano dentro le Magistrature, hai capito?». È lo stesso Emanuele Filiberto ad interessarsi del vantaggioso acquisto in una telefonata del 13 aprile 2005. Emanuele Filiberto: va bene! Dimmi una cosa...Achille De Luca: agli ordiniEmanuele Filiberto: raccontami un po´ di quella casa...De Luca: allora, si tratta di un bene dello Stato...Emanuele Filiberto: sìDe Luca: eeee... c'è una, una procedura particolarissima che preferisco parlarne di presenzaEmanuele Filiberto: okDe Luca: e prima la vedete e poi se ne parla. Il costo è quello che ho dettoEmanuele Filiberto: non è lì che ci voglion fare un favore?De Luca: sì, praticamente sìEmanuele Filiberto: è dunque accettandolo ci inculano sulle altre cose?De Luca: no, no, non c'entra niente, non sanno neanche che dipende, che è roba che può interessare a voi Emanuele Filibertoi: va bene. Dov'è a Roma?De Luca: è sulla Trionfale


I segreti di Pera
Quanti buoni rapporti aveva il principe. Soprattutto con la destra italiana e con quei suoi esponenti ben piazzati nelle istituzioni. L'ex Presidente del Senato, Marcello Pera, è uno di questi. Ecco cosa racconta Vittorio Emanuele in una telefonata del 12 gennaio 2005 al suo segretario Gian Nicolino Narducci. Vittorio Emanuele: allora devo chiedere a Nathalie di fare ancora una telefonata. Gian Nicolino Narducci: sì. A chi?Vittorio Emanuele: A Pera! Perché Pera lo vado a vedere alle cinque (...) Sa che me l'ha dato subito, la, la l'udienza? Ha detto: «Ma con gran piacere!»Narducci: eh!Vittorio Emanuele: «non c'è nessun problema, anzi sono contentissimo!»Narducci: uhm, è interessante, è interessante.Vittorio Emanuele: e poi, senta, beh e di quello il Presidente del Senato, Pera, io avevo qua, dei piccoli segreti con lui che non posso dire.Narducci: Pera è un signore.Vittorio Emanuele: ma non puttane eh, dei veri segreti (ride). Ci siamo intesi al telefono prima.Narducci: non pucchiacchiere (ride)Vittorio Emanuele: no no, prima di conoscere. È un segreto tra lui e me, giurato, dunque.Narducci: e così e così deve e così deve rimanere!Vittorio Emanuele: Sì, per la storia del rientro! A (tossisce) cosa è succe... ho detto a Laura di, di chiamare il Senato. Son tutti gentili.Narducci: sono persone di buon rango.Vittorio Emanuele: sì, ma anche Veltroni!Narducci: anche Veltroni è un comunista, però è molto intelligente, eh?Vitorio Emanuele: sì, e infatti!Narducci: è molto molto...Vittorio Emanuele: e infatti mi aspetta con tutte le pompe in Campidoglio.


Gli affari del Principe
Slot-machine, casinò. Ma anche affari nel settore sanitario in Bulgaria, grazie alla mediazione di Simeone Saxe Coburg, cugino del Savoia. Affari nel settore del gioco da Las Vegas fino alla Nuova Zelanda. Insomma: «la società criminosa di servizi», come la chiamano i magistrati dell'inchiesta, puntava ad allargarsi all'estero. Soprattutto dopo il lucroso affaire delle 400 slot-machine. Quando Ugo Bonazza, l'imprenditore veneto suo amico, gli prospetta il business delle macchinette mangiasoldi e gli dice che si tratta di 3 milioni di euro, il principe risponde quasi come Garibaldi: «Va bene». E offre la sua protezione. Di soldi, il Savoia è avido, almeno quanto avido è di donne. Sul casinò di Campione - scrivono i pm - appare «spasmodicamente allettato dalle prospettive di lauti guadagni». E lo spiega all'amico Bonazza. «Io ci tengo molto a 'sta storia eh di Campione! li sono un, un, un, quattro sacchi di soldi, sa!».


Se avete letto tutto, vi siete fatti un'idea su questi reali...... il fatto che questa gentaglia abbia la faccia tosta di chiedere un risarcimento allo stato italiano da l'idea del caos che si sta vivendo.

11 commenti:

Anonimo ha detto...

che vuoi! lo re è sempre lo re! e noi italiani ce l'abbiamo pornomane e mentecatto...
fabio.

Anonimo ha detto...

VISTO CHE FAI PIU' GOSSIP CHE POLEMICA

TI GIRO UN ARTICOLO TRATTO DAL CORRIERE DELLA SERA CHE PARLA DI UN LIBRO CHE VI CONSIGLIO CALOROSAMENTE.
TITOLO DEL LIBRO FALCE E CARRELLO

MIO COMMENTO COME SEMPRE GRANDI COMUNISTI PER LE SODDISFAZIONI CHE CI DATE.

SUGGERIMENTO ANZICHè SEGUIRE SOLO QUELLO CHE VI RACCONTA IL COMICO LEGGETE ANCHE ALTRO

Falce e carrello, la denuncia di Mr. Esselunga Bernardo Caprotti ha scritto un libro-j'accuse contro gli ostacoli posti al suo gruppo nelle regioni rosse. Seguirà esposto in precura STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

Bernardo Caprotti alla presentazione del libro «Falce e carrello» (Marsilio) (Foto Olympia)
MILANO - Da tempo denuncia la sua difficoltà ad accedere al mercato della grande distribuzione in alcune regioni italiane, dove a suo dire vige un vero e proprio regime di sudditanza nei confronti delle Coop. La protesta di Bernardo Caprotti, 81enne fondatore di Esselunga, è diventata ora un libro dall'evocativo titolo di «Falce e carrello», edito da Marsilio. E scaturirà presto anche in una vera e propria azione penale: il patron della catena di supermercati più diffusa del nord Italia ha infatti annunciato di voler presentare in procura un esposto proprio per denunciare questa sorta di conventio ad excludendum che amministrazioni locali e operatori economici vicini alla sinistra starebbero attuando nei suoi confronti.
«MERCATO DISTORTO» - Già o scorso gennaio Caprotti aveva parlato della questione con il commissario della Ue alla concorrenza, Neelie Kroes: «Le ho raffigurato la situazione di cui sono stato vittima e testimone - ha raccontato Caprotti alla presentazione del libro -: una distorsione della Repubblica attraverso un vero e proprio controllo territoriale che ti impedisce di entrare in certe zone del Paese con vari sistemi: piani regolatori, decisioni delle sovrintendenze, velate minacce ai costruttori. Il controllo del territorio comporta una tendenza al monopolio: è questa che abbiamo denunciato all'Unione europea». E «Falce e carrello» è dedicato proprio «a ciò che ho dovuto subire per mani delle Coop».
VOCI DI VENDITA - La presentazione del libro è stata anche l'occasione per affrontare il nodo della possibile vendita di Esselunga, dopo la voce di un interessamento da parte del gruppo tedesco Rewe. Caprotti ha precisato che «al momento non c'è interesse alla vendita» anche perché «l'azienda va bene». Ma ha evidenziato come, qualora intendesse passare di mano il suo gruppo, questo potrebbe essere fatto solo di fronte a candidati affidabili dal punto di vista della qualità. «Ci sono solo tre o quattro gruppi che potrebbero prendere in mano il nostro e mantenerne la qualità e lo spirito - ha spiegato il gran capo di Esselunga -. Wal Mart e Tesco, ad esempio, sono l'antitesi di Esselunga». Esclusa infine la cessione a fondi di private equity e all’amico Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi: «Andiamo a caccia insieme volentieri, ma lui fa cementi», mentre quello del retailer è un mestiere che può fare «solo chi è colpito dal bacillo».
«NESSUNA FRETTA» - In ogni caso, ha spiegato Caprotti, non c'è particolare fretta: «E’ vero - ha detto - che sono anziano, un vegliardo, ma qui siamo quasi tutti italiani e l’anno scorso abbiamo scelto per sette anni un presidente della Repubblica che qualche mese fa ha compiuto i miei stessi anni ed è attivissimo: è tutti i giorni in tv. Lavora quasi come me, anche se io non ho i corazzieri. Ma a lui non chiedete che cosa succede se muore prima di Natale o Pasqua. Io mi diverto a fare girare questa baracca».

Anonimo ha detto...

VISTO CHE FAI PIU' GOSSIP CHE POLEMICA

TI GIRO UN ARTICOLO TRATTO DAL CORRIERE DELLA SERA CHE PARLA DI UN LIBRO CHE VI CONSIGLIO CALOROSAMENTE.
TITOLO DEL LIBRO FALCE E CARRELLO

MIO COMMENTO COME SEMPRE GRANDI COMUNISTI PER LE SODDISFAZIONI CHE CI DATE.

SUGGERIMENTO ANZICHè SEGUIRE SOLO QUELLO CHE VI RACCONTA IL COMICO LEGGETE ANCHE ALTRO

Falce e carrello, la denuncia di Mr. Esselunga Bernardo Caprotti ha scritto un libro-j'accuse contro gli ostacoli posti al suo gruppo nelle regioni rosse. Seguirà esposto in precura STRUMENTIVERSIONE STAMPABILEI PIU' LETTIINVIA QUESTO ARTICOLO

Bernardo Caprotti alla presentazione del libro «Falce e carrello» (Marsilio) (Foto Olympia)
MILANO - Da tempo denuncia la sua difficoltà ad accedere al mercato della grande distribuzione in alcune regioni italiane, dove a suo dire vige un vero e proprio regime di sudditanza nei confronti delle Coop. La protesta di Bernardo Caprotti, 81enne fondatore di Esselunga, è diventata ora un libro dall'evocativo titolo di «Falce e carrello», edito da Marsilio. E scaturirà presto anche in una vera e propria azione penale: il patron della catena di supermercati più diffusa del nord Italia ha infatti annunciato di voler presentare in procura un esposto proprio per denunciare questa sorta di conventio ad excludendum che amministrazioni locali e operatori economici vicini alla sinistra starebbero attuando nei suoi confronti.
«MERCATO DISTORTO» - Già o scorso gennaio Caprotti aveva parlato della questione con il commissario della Ue alla concorrenza, Neelie Kroes: «Le ho raffigurato la situazione di cui sono stato vittima e testimone - ha raccontato Caprotti alla presentazione del libro -: una distorsione della Repubblica attraverso un vero e proprio controllo territoriale che ti impedisce di entrare in certe zone del Paese con vari sistemi: piani regolatori, decisioni delle sovrintendenze, velate minacce ai costruttori. Il controllo del territorio comporta una tendenza al monopolio: è questa che abbiamo denunciato all'Unione europea». E «Falce e carrello» è dedicato proprio «a ciò che ho dovuto subire per mani delle Coop».
VOCI DI VENDITA - La presentazione del libro è stata anche l'occasione per affrontare il nodo della possibile vendita di Esselunga, dopo la voce di un interessamento da parte del gruppo tedesco Rewe. Caprotti ha precisato che «al momento non c'è interesse alla vendita» anche perché «l'azienda va bene». Ma ha evidenziato come, qualora intendesse passare di mano il suo gruppo, questo potrebbe essere fatto solo di fronte a candidati affidabili dal punto di vista della qualità. «Ci sono solo tre o quattro gruppi che potrebbero prendere in mano il nostro e mantenerne la qualità e lo spirito - ha spiegato il gran capo di Esselunga -. Wal Mart e Tesco, ad esempio, sono l'antitesi di Esselunga». Esclusa infine la cessione a fondi di private equity e all’amico Carlo Pesenti, consigliere delegato di Italcementi: «Andiamo a caccia insieme volentieri, ma lui fa cementi», mentre quello del retailer è un mestiere che può fare «solo chi è colpito dal bacillo».
«NESSUNA FRETTA» - In ogni caso, ha spiegato Caprotti, non c'è particolare fretta: «E’ vero - ha detto - che sono anziano, un vegliardo, ma qui siamo quasi tutti italiani e l’anno scorso abbiamo scelto per sette anni un presidente della Repubblica che qualche mese fa ha compiuto i miei stessi anni ed è attivissimo: è tutti i giorni in tv. Lavora quasi come me, anche se io non ho i corazzieri. Ma a lui non chiedete che cosa succede se muore prima di Natale o Pasqua. Io mi diverto a fare girare questa baracca».

Anonimo ha detto...

Il solito ignorante

Anonimo ha detto...

dove sta l'ignoranza?

Io vedo più ignoranza in te che vedi solo il tuo orticello piuttosto che guardaere oltre...
ogni tanto uscire di casa e guardare oltre l'orizzonte non ti farebbe male!

see you

Anonimo ha detto...

Manco meriti rispostama voglio graziarti...... sei tu quello ke nn vede altro ke sinistra e comunisti.... sembri berlusconi ubriaco.
Ho spiegato gia 1000 volte xhw pwe mw non esiste piu' una destra o una sinistra politica.
Le mie opinioni non sono legate a nessuna idea preconcetta di nessun partito politico.
Invece quando si sputtanano i Savoia (che sono autosputtanati) c'è qualcuno che ha il coraggio di difenderli ed usando, tra l'altro, argomenti completamente fuori tema.
Ecco dove sta l'ignoranza.

Anonimo ha detto...

ma chi li ha difesi?

io ho postato qui un link, cosi come nel caso di Federico aldovandri, di attualità più importante!
Il problma sta nel fatto che tu pubblichi a volte delle cazzate da giornali per caslinghe, qundo in Italia ci sono problemi ben più seri che dei Savoia del cazzo, o di rino gaetano.
Problemi che l'informazione tradizionale non affronta perchè non nè ha il coraggio, perchè è collusa con il sistema politico di turno, perchè .....
ora se chi gestisce i blog anche per parlare di cose serie come fai tu sarebbe bello ed anche interessante affrontare e divulgare anche cose + serie.
Se forse tu non te ne sei accorto a parte di veline, cazzate varie da buona domenia per donne ignoranti e casalinghe nnoiate, omicidi irrisolti come perugia gasrlasco non se ne parla.
L'unico ahimè ( :-) ) che ha portato a onoscenza qualche fatterello un pò scomodo è stato il mio nn amatissimo Santoro (trasmissione sul G8) anche se un pò confuso!

Per il resto io sono dell'opinione di fare tanto più informzione di quelle che riceviamo, i mezzi li abbiamo basta sfruttarli senza avere il timore di postarli.

Ti saluto

Anonimo ha detto...

Questo blog non nascecome un blog di "denuncia"..... nasce per divertimento e, ovviamente, per polemica.
Cerco di essere "attuale" (o a volte no ma volutamente) cercando di trattare temi interessanti e vari (non sempre controimmigrati e polizia)..... ho capito comunque il tuo discorso e sono contento che cominci ad apprezzare Santoro :))))

Anonimo ha detto...

La lapide di Ortona recita:
DA QUESTO PORTO
LA NOTTE DEL 9 SETTEMBRE 1943
L’ULTIMO RE D’ITALIA FUGGÍ
CON LA CORTE E CON BADOGLIO
CONSEGNANDO LA MARTORIATA PATRIA
ALLA TEDESCA RABBIA.
ORTONA REPUBBLICANA
DALLE SUE MACERIE E DALLE SUE FERITE
GRIDA ETERNA MALEDIZIONE
ALLA MONARCHIA DEI TRADIMENTI
DEL FASCISMO E DELLA ROVINA D’ITALIA
ANELANDO GIUSTIZIA
DAL POPOLO E DALLA STORIA
NEL NOME SANTO DI REPUBBLICA.
9-9-1945
**********************
impedisca il Ns.Governo..di concedere soddisfazioni..ai Savoia..(anche se dichiarano ke andrà tutto in beneficenza..-i ns.soldi ce li gestiamo noi..la ns dignità vale molto più della loro carità..rubata..
sia ben kiaro.!!.)
E' un affronto che ci umilia..e offende i Ns. Eroici Soldati..traditi e beffatti..
-Chiediamogli, invece:
la restituzione..-con interessi-..delle pensioni erogate agli, invalidi, vedove, orfani di guerra..dei ns martiri..
-le fedi nuziali;
-L'Istria
-Ci restituiscano, inoltre, il PASSAPORTO IT..visto che si son rifiutati di rinunciare al titolo nobiliare..e a non giurare fedeltà alla ns. Patria.
-ke la loro tomba..(nel prossimo futuro..-spero presto-)sia la foiba del ns. Carso..altro ke il Pantheon.!!..
-E che vadano a F.C. (scusi il termine..ma siamo tutti..molto in*azati) nel Montenegro..
..Intervieni Gentile Onorevole..xè non possiamo tollerare un simile affronto..
x IL RISPETTO E L'ONORE DEI NS. SOLDATI..
te lo kiedono in coro tutti gli ITALIANI..

Anonimo ha detto...

sono daccordisimo con Tania.
Amche se per l'onore dei nostri Soldati che hanno combattuto per la nostra PATRIA, non si dovrebbe nemmeno commentare una simile notizia.
Anzi ad ogni sospiro emanato dai traditori monarchici bisognerebbe mandarli a lavorare nelle miniere.


P.s. per Angioletto, non ho parlato ne di immigrati puzzolenti ne di sbirri, ma di un libro che ti consiglio calorasamente di comprare e leggere "falce e carrello" è un libro d denuncia sui sistemi molto democratici utilizzati dalle coop rosse in emilia e toscana con tanto di nomi e cognomi.
il ricavato della vendita va in beneficenza.

ciao

Anonimo ha detto...

Incredibile, avevi ragione. Ma giuro che non mi sono autocensurato :).... avevo risposto ma non mi ha salvato il commento.
Immigrati puzzolenti e "sbirri" sono i tuoi soliti argomenti, era un riferimento puramente voluto.
Libri non ne leggo, non ho il tempo, anzi ora ce l'ho ma, come vedi, preferisco scrivere. La mia idea sulle coop te la rispamio altrimenti rischio qualche denuncia e siccome odio la Beneficenza come concetto perchè è l'umiliazione dell'uomo a cui non si dovrebbe mai e poi mai arrivare (i tuoi amici di centrodestra avevano fatto un decreto in cui era REATO chiedere l'elmosina !!) è un'altra ragione per cui non lo leggero' :))